“La consapevolezza dell’inutilità” di Patrizia Mori

Non c’è cosa più amara che l’alba di un giorno/in cui nulla accadrà. Non c’è cosa più amara/
che l’inutilità. […] La lentezza dell’ora/è spietata, per chi non aspetta più nulla./Val la pena che il sole si levi dal mare/ e la lunga giornata cominci? Domani/tornerà l’alba tiepida con la diafana luce/e sarà come ieri e mai nulla accadrà./ L’uomo solo vorrebbe soltanto dormire.

(Cesare Pavese, Lo steddazzu, 1935)

 

 

Una spiaggia deserta. Delle orme si dirigono verso l’immenso indistinto del mare. Il labile confine definito dalle onde lascia una traccia che si cancella incessantemente.
Da questa prima immagine si dipana una concatenazione che è racconto, in cui si susseguono metafore della condizione dell’uomo, della sua impossibilità di trovare un equilibrio tra la propria identità emotiva e quello che la società impone, corrompendo l’essenza individuale.
Patrizia Mori vuole così indagare quella terra di mezzo in cui soggettività, vitalità e felicità sono dimenticate, in cui il tempo interno si è sradicato e ciò che resta è la consapevolezza dell’inutilità.
Un viaggio nella liquida società della stanchezza, in cui mette in luce la caduta entropica dei corpi che non reggono. Lo smarrimento del proprio io porta ad un’assenza di emozioni, ad esperire uno stato sospeso, quel confine immateriale della mente che limita ogni movimento e ogni slancio, che consegna ad uno stato di apatia, in cui, al tempo stesso, pensieri ed emozioni non sono più controllabili.
Patrizia Mori realizza immagini eloquenti ingabbiate in composizioni misurate e pacate, che fanno eco al ritmo di un circuito che si ripete, di un circolo vizioso di malinconia da cui è difficile evadere. La sfida è quella di trasformare in qualcosa di tangibile un sentimento intangibile, con l’intento di ricordare all’individuo che l’umano è anche fragile, che l’uomo può essere solo, consapevole del muro della propria rassegnazione, impossibile da valicare.
Di quello stato in cui il silenzio è l’unica parola.
Alessandra Frosini

© Patrizia Mori
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CREDITS

ph: Patrizia Mori
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https://www.facebook.com/mori.patrizia/

Sono nata a Siena nel 1955. Ho sempre frequentato l’arte da spettatrice e sperimentata da amatore, iniziando con la pittura, il teatro e poi, dal 2006, la fotografia. Alla fotografia sono arrivata tardi, dopo i cinquant’anni, iniziando a seguire vari corsi e workshop. Nella mia ricerca evito gli artifici di un estetismo fine a se stesso e cerco soprattutto la storia, il racconto che nasce quasi sempre prima degli scatti, e trova forma nelle cose che si fanno indagare. Mi piace il bianco-nero, il nero chiuso e il bianco assoluto, ma mi affascina anche il colore. La costante necessità di nuovi traguardi, nuove sperimentazioni e nuove idee è ciò che mi muove incessantemente.

Mostre personali

2020

Diario di una sognatrice malinconica, Spazio Bam Arezzo

2019

La consapevolezza dell’inutilità, Spazio Bam Arezzo

La consapevolezza dell’inutilità Montevarchi (AR)

2018

Paname, Base Milano

2017

L’età dell’inquietudine, Montevarchi (AR)

Paris sera toujours Paris, Art Café Léopard – Paris

So near so far away Photolux Festival Lucca – circuito off

2016

Breathless,   Photolux Festival Lucca – circuito off

E’ nell’acqua che ti ricerco, vita,  Notte magica della fotografia, Potenza Picena

2015

E’ nell’acqua che ti ricerco, vita,  PAM Photo Annual Meeting Iglesias (CI) e Photolux Festival Lucca – circuito off (con testo critico di Alessandra Frosini)

Coincidenze significative, a cura di Flavia Motulese, Satura Art Gallery, Genova

 Inevitabili metamorfosi – Io sono, ma chi sono?, Museo civico Montepulciano Montepulciano (SI)

2014

Ritratto di un popolo – Maramures, Museo civico di Montepulciano – Montepulciano (SI)

Io sono. Ma chi sono?, Photolux Festival Lucca – Circuito off

2012

E adesso io? a cura di Lucia Miodini – BAM Bottega Antonio Manta – Montevarchi (AR)

2010

Birmania – Vibrazioni positive. Madagascar appunti di viaggio, a cura di Gilberto Madioni, Terme Antica Querciolaia – Rapolano Terme (SI)

 

 

Mostre collettive

2020

La consapevolezza dell’inutilità – Fiesole (FI)

2019

La consapevolezza dell’inutilità – Paratissima Torino

Io sono. Ma chi sono? – Burg Obernberg – Obernber Am-Inn

2018

Io sono. Ma chi sono? Foiano fotografia – Foiano della Chiana (AR)

Coincidenze significative Paratissima Torino

Breathless, Paratissima Bologna

2017

Io sono, ma chi sono?, Paratissima  Nophoto Torino

2016

Coincidenze significative, Breathless Sarteano (SI)

2015

Liberamente, Museo di arte sacra, Greve in Chianti (FI) – (con testo critico di Alessandra Frosini)

Castiglion Fiorentino Fotografia,  Castiglion Fiorentino (AR)

2014

Donna fotografo, Associacio Fotografica Canals, Canals (Spagna)

100 ASA, Dondolando arte atelier, Martignana di Po (CR)

2013

Atene Photo Vision, Atene (Grecia)

2011

150esimo Unità d’Italia, Museo dell’Olio Serre di Rapolano (SI)

Incanti d’Ulisse, Circolo fotografico Arno, Figline Valdarno (AR)

2010

Berlino, Sala Consiliare Terranuova Bracciolini (AR)

 

2009

Love Art, Villa Orsini, Scorzè (VE)

Senza pensieri, Villa Contarini dei Leoni, Mira (VE)

 

 

Premi e concorsi

2020

La consapevolezza dell’inutilità. 2’ classificato premio ADG photo contest tema “CONFINE”

2018

Resta sempre qualcosa, anche la solitudine. 2’ classificato premio START 2018

2011

Festival RePhArt (Résidence panafricaine de création e de formation en photografhie d’art au féminin),  Abomey, Benin

2010

Premio speciale Murlo 2010 per l’opera “Gli occhi parlano”

 

 

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