Di fughe e capovolgimenti. La fotografia ha cessato di adempiere ad un compito riproduttivo ed è entrata nell’ambito della libera composizione. Le sue fughe (musicalmente e prospetticamente parlando) sono state liberate nella rappresentazione di un mondo apparentemente tangibile, fatto di elementi riconoscibili ma assemblati così da creare dei cortocircuiti della percezione del reale. Diverse fotografie sono le basi di ogni opera qui presentata, scattate in momenti e contesti diversi e poi utilizzate come puro materiale compositivo, libero dalla specificità – la cattura di un frammento di tempo – spesso attribuita al linguaggio fotografico. Al contrario questi elementi, pur essendo effettivi frammenti congelati di tempo, tentano di staccarsene e di acquistare un proprio statuto, noncuranti del momento e del luogo dello scatto, del soggetto rappresentato . Essi sono capovolgimenti del reale e pura immaginazione compositiva, fughe che fuggono, insomma. È nell’immaginazione che le strade hanno fine e che le contraddizioni visive sono risolte.
CREDITS
photographer: Mattia Fiorino
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