C’era una volta a Vienna

(www.artonline.it) Firenze, 06/11/2013 – Per chi va a Londra per Natale con i bambini, e non vuol rinunciare alla bella mostra della National Gallery sui ritratti a Vienna attorno al 1900, qualche istruzione per l’uso (Facing the Modern. The Portrait in Vienna 1900, orario 10-18, venerdì 10-21, fino al 12 gennaio; www.nationalgallery.org.uk). Il tema è affascinante. Sono esposti dipinti, disegni, fotografie d’epoca. La mostra non è enorme (sei sale, quindi a misura di ragazzino), ma le opere non sono tutte fra le più “allegre”. Fin dalla prima sala sono esposte anche maschere mortuarie (di Beethoven, Schiele, Klimt), oltre a ritratti di uomini e donne morenti o nella bara: Schiele raffigura la moglie in preda alla febbre spagnola, Klimt il volto di una giovane suicida, Franz von Matsch l’imperatore Francesco Giuseppe sul letto di morte. Possiamo spiegare che questa era la consuetudine dell’epoca, una sorta di ultimo addio affettuoso a chi veniva a mancare. O raccontare che la spagnola nel 1918 portò via milioni di persone in tutto il mondo, e fra queste anche il giovane Schiele e la moglie incinta. Spiegheremo che Vienna era la capitale di un grande impero, e che dai momenti più splendidi e felici piombò in pochi anni alla tragedia della guerra e della persecuzione degli ebrei (i ragazzi delle scuole secondarie studiano questi argomenti a scuola). Se invece abbiamo un bambino molto piccolo, ci soffermeremo sui quadri più teneri, come il ritratto della bambina con la gabbietta di Broncia Koller, o quello di Ferdinand Waldmüller che mostra il gesto giocoso di un padre col piccolo figlio. Volete poi un gioco? Un piccolo disvelamento? Ecco il ritratto del giovane Zemlinsky dipinto da Gerstl nel 1908. Andate dietro al pannello, e mostrerete sul retro, un grottesco, frammentario autoritratto sottosopra. E giacché siete alla National Gallery, fate un salto alla sala non lontana che espone gli Ambasciatori di Holbein: lo scarto temporale è notevole, ma il gioco di scoprire l’anamorfosi del cranio per un bambino (e non solo), è straordinario. Così come impagabile è l’idea dei coniugi che si riflettono nello specchio assieme ai testimoni, nel cosiddetto Ritratto degli Arnolfini di Van Eyck: non lo dimenticheranno mai.

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