“L’eremita tra la folla” di Alberto Bonomo

Copertina Alberto Bonomo_02

Presentiamo il progetto foto-poetico realizzato da Alberto Bonomo. Il libro, uscito nel 2014 ed edito da David&Matthaus, porta questa prefazione, scritta da Francesco Capria, e le immagini che seguono.

“Ho sempre pensato che fosse tutt’altro che semplice “raccontare” un libro di poesie, specie da parte di chi poeta non è, né è scrittore, né tantomeno giornalista.
Ho sempre pensato che fosse difficile perché una poesia, prima ancora che un romanzo, è la voce di un’emozione, o forse soltanto il suo profumo, o la sua ombra.
Così, con l’umiltà e la piena consapevolezza dell’umana fallibilità, tento soltanto di descrivere la sensazione provata da chi, per seguire un’ombra, si è trovato a scivolare tra la folla con un libro in mano.
“la luce non dovrebbe andar via”.
È con queste parole che potrebbe sintetizzarsi il senso del cammino che il lettore affronta tra queste pagine.
Un percorso tortuoso, ma non anche insidioso, attraverso le sensazioni autentiche di un’intera generazione, tra sorrisi, rabbia, paure e ambizioni ferite. Ma sempre con una sia pur nascosta quanto cinica voglia di alimentare, più o meno inconsciamente, la brace di quel sogno chiamato domani.
Versi bruschi che celano l’anelito di un dondolio rilassante, come il corso di un fiume tra le rapide: arresti dolorosi tra le rocce, ma non ancora in grado di fermare il suo corso.
L’eremita è silenzioso tra la folla, ma la folla urla nella sua testa. La sensazione è quella di non riuscire a controllare questo caos, ma la voglia più profonda è quella di gridare ancora più forte.
Questi versi sono lontani dal rappresentare la solita melensa storia di indecisione e confusione tipiche del trentenne che si dimena lunatico tra gli sbalzi emotivi della sua età, venendo piuttosto a costituire la consapevole e disarmante distanza di un uomo rispetto a quanto dovrebbe, in realtà, appartenergli: il suo presente.
È la storia di quanti, per anni, hanno sognato ma anche e soprattutto lavorato e lottato per quel sogno, ma che oggi assistono al suo lento ed inesorabile sgretolarsi sotto i colpi dell’indifferenza e dell’insolenza di chi quella folla gestisce, ma non governa,
È la storia di chi ha creduto in qualcosa e di chi, in fondo, vuol crederci ancora. Di chi si ferma a sedere sulla sua spiaggia e che, per non volare via, resta aggrappato ad un pugno di sabbia bianca, immaginando di trovare la propria forza nello sguardo severo e compassionevole di quelle piccole isole che si stagliano fiere all’orizzonte e che sembrano, da sole, sostenere il peso del cielo.
Quella di andar sempre di fretta è una sensazione comune, probabilmente, ma altrettanto comune è lasciare che questo accada: terra, isola, mare, nave, onda, treno, gomma, vuoto, casa, Bob. Il punto è che spesso si finisce per dimenticarsi quale fosse la meta all’inizio del viaggio, quando invece la vera domanda dovrebbe essere se la destinazione prescelta fosse davvero quella giusta. E così ci si ritrova dispersi tra sentieri e contrade anonimamente familiari, in mezzo a folle silenti e ingombranti.
E allora, quando questo accade, bisognerebbe fermarsi, chiudere gli occhi e prestare ascolto a quell’unico bisbiglio nel silenzio.
“Un silenzio che profuma di terra”.
Francesco Capria

© Copyright Alberto Bonomo
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