1944 / 15 x 10

http://www.iso400.it/index.php/1944-15-x-10/
(Iso400.it) 08 agosto 2014 – Ritrovare oggi, in fondo ad un cassetto, un floppy disk, a molti già non dirà nulla. A pochi farà venire un sorrisetto a lato della bocca.
Ah, la tecnologia corre, fortissimo. Il cd è morto, alcuni intonano già pèana per il DVD e il BlueRay. Le chiavette USB ogni sei mesi si rigonfiano di anabolizzanti e raddoppiano la loro capienza. Tutto è Cloud, tutto è veloce, tutto ormai è impalpabile.
Resistono delle sacche di resistenza, romantici, sognatori, spesso snob. Chi ama il vinile, chi il retrogaming, chi non suona niente che non abbia almeno la sua età.
E ci siamo anche noi, con le nostre pellicole e le nostre macchine a pellicola, i frigoriferi strabordanti di vecchie glorie che custodiamo come diamanti e negativi colore orribili. Quelli che per i chimici trascurano la fidanzata e che ci pensano due volte, prima di scattare. Siamo lenti, siamo già estinti forse, ma è bello non curarsene.

La versione falsa ma interessante della storia di questa pellicola è che mi è stata donata da un veterano della seconda guerra mondiale, polacco, una sera che ci siamo trovati a bere insieme in un postaccio ai Murazzi. Per tutta la guerra è sopravvissuto trafugando razioni alimentari, medicinali, sigarette americane, tra la Svizzera e la Francia invasa dai tedeschi. Un giorno, in mezzo ai suoi giri tra spalloni e mazzette alle guardie di confine, gli capitò tra le mani un autocarro americano di materiale fotografico per raggi X e altre cose di cui lui non aveva dimestichezza, tra cui una cassa di bobine di film per “macchine da identificazione”. Mise la cassa in fondo ad un magazzino e se ne dimenticò.
Quella sera, ai Murazzi appunto, sapendo della mia passione per la fotografia, dal suo vecchio e liso cappottone militare tira fuori una bobina e me la allunga attraverso il tavolo, dicendomi, in un italiano stentato, “fanne buon uso, è l’ultima che mi è rimasta, le altre le hanno rubate gli sloveni”. Poi si è acceso una lucky strike rossa e si è allontanato, con il suo alito avvinazzato, nel buio di Torino.
Non l’ho mai più rivisto.

La versione vera ma ben poco romantica è che l’ho comprata su ebay, a meno di 1 €.

Ora, avevo già esperienza con pellicole scadute (e per scadute non intendo 2003, intendo dal 1970 in giù) e tutte abbastanza positive (la gente ti dice “EH MA NON VIENE FUORI NIENTE, È SCADUTA!”. La gente non capisce niente e parla a vanvera), quindi ero convinto che qualcosa ne sarebbe venuto fuori, avendo già scattato e sviluppato una pellicola scaduta nel ’45.
Ho postato la foto della pellicola sul gruppo facebook Chiacchiere Analogiche e l’interesse suscitato ha portato il sottoscritto a privarsi di un po’ della sua pellicola per organizzare questo “minicontest” che vede anche la gentile collaborazione di Iso400.

MINICONTEST

Ci sono 15 partecipanti ai quali è stato inviato un rullino con 10 pose di pellicola (tra l’altro altamente infiammabile perché contiene nitrocellulosa).

DEADLINE

Il termine per inviare le foto è il 28 settembre 2014.
Gli scatti dovranno essere inviati in formato digitale (jpg a 72dpi, minimo 800px in larghezza o in altezza, meglio se in .rar o .zip) a clic@iso400.it specificando il nome e cognome, macchina utilizzata e modalità di sviluppo.
Tutti gli scatti verranno inseriti in un album della pagina facebook di Iso400 dal titolo “1944 / 15 x 10” per essere votate e visionate da tutti gli utenti.

VINCITORI E PREMI

Avremo due vincitori che saranno annunciati mercoledì 01 ottobre.
1. Un primo vincitore verrà eletto da Guido Tosi, ideatore del contest, e da Iso400 che ha creduto in questa simpatica idea e ha piacevolmente collaborato.
2. Un secondo vincitore verrà eletto dal popolo di facebook tramite i “mi piace” ottenuti sulla foto inserita nell’album.
Non ci sono premi (per ora), solo la gloria imperitura e la possibilità di scattare delle foto uniche.

Sapete qual’è il vero motivo per cui la fotografia digitale non è niente rispetto allo scattare una pellicola? Perché la pellicola è materia, esiste, si modifica, la puoi toccare, resiste al tempo e allo spazio.
Tra vent’anni sarà ancora li e non sarà mai obsoleta, e ci sarà SEMPRE modo di usarla.
È reale, lenta come la tartaruga contro la lepre, non ha fretta e si gusta tutto il viaggio.

Buon lavoro a tutti.

Foto e articolo di Guido Tosi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *